Un album (o se vogliamo essere più realisti un demo-album) che ha richiesto oltre due anni di lavoro per 12 brani il cui filo conduttore è dettato da Lidia Centineo, autrice di quasi tutti i testi (eccetto naturalmente le due cover, lo strumentale "Euges" e "Dedicato Alla Mia Amica", una ballad quasi da banda di strada e un po' zingara il cui testo è stato scritto da Claudio Marmiroli).
Si affrontano i temi della famiglia, della casa, degli amici e del proprio futuro, come sempre incerto ma pieno di speranze e buoni propositi. Non manca l'amore per gli animali e le cose belle della vita come la nascita di un bimbo e l'emozione di percorrere questa nuova avventura (Lidia è diventata mamma il 15 dicembre 2003) o il gusto di vivere in una giornata speciale dove di speciale c'è la semplicità e la gioia di sapersi godere la vita, con un po' di sano egoismo, estraniandosi dal resto del mondo.
Ci sono i dubbi e i rimpianti di qualche sogno lasciato in un cassetto che tuttavia muta nel tempo come gli interessi della vita. C'è la scoperta e rivalutazione del presente e di quello che conta davvero e che si rincorre continuamente e freneticamente nella consapevolezza che inevitabilmente prima o poi ........ non ci sarà più niente.
Questa costante e stabile inquietudine percorre tutta la realizzazione dell'album le cui registrazioni sono avvenute a Bologna tra luglio 2002 e dicembre 2004 presso il Fourth Floor Digital Studio. Le voci e le bonus tracks sono state incise nello studio di Lidia Centineo.
Un po' fuori dal coro è "Euges", brano acustico composto nel lontano 1990 e dedicato all'allora neonata Eugenia Lorrimar che trova spazio in questo album con una versione inedita a due chitarre sorrette da un basso in punta di piedi. Oltre a "Euges" anche "Dedicato Alla Mia Amica" e "Una Giornata Speciale" sono composizioni dei primi anni novanta che sono state rispolverate, riarrangiate e completate dopo un decennio di decantazione negli archivi del Fourth Floor Digital Studio. Anche l'introduzione di "Stabile Inquietudine" trova origine da un frammento d'archivio.
La copertina e il titolo sono ispirati al classico di Gino Paoli di cui è stata fatta una versione a due facce, una nella ricerca di un arrangiamento raffinato ed elegante l'altra graffiante e un po' ossessiva ma davvero audace. L'altra cover è Ziggy Stardust: un brano con cui io e Lidia ci confrontiamo da tempo e stavolta ne è uscito un arrangiamento un po' maledetto ed un po' eccentrico stravolgendo anche in questo caso sequenze e tonalità dell'originale di Bowie. Il brano è ripreso anche nella traccia 10 con una reprise che più che altro è la demo dell'arrangiamento che intendevo inizialmente realizzare con Lidia ma che poi è stato eseguito in altro modo. Questo brano chiude di fatto l'album prima delle due bonus tracks realizzate da Lidia e Fabio dove ho suonato solo il basso e curato il missaggio.